giovedì 17 dicembre 2015

Matrimonio per sbaglio

Per trenta secondi di risate non vale davvero la pena di perdere un'ora e mezza davanti alla tv.
E già questa frase riassume perfettamente quella che sarà la seguente recensione, quindi potete pure chiudere tutto e fermarvi qui, ma fidatevi: non guardate questo film!

Uscita nel 2006, la commedia racconta della favolosa avventura capitata a Anderson (J. Biggs) e Katie (I. Fisher).
Il primo, dopo la tragicomica morte della compagna Vanessa, deceduta di fronte alla proposta di matrimonio di lui, sembra non riuscire più a riprendersi dal lutto.
La seconda, dopo aver visto l'anello di fidanzamento del fidanzato storico, ha chiesto un periodo di pausa.
Il destino vuole che proprio nel giorno in cui Anderson decide di rimettersi in gioco e chiedere ad una perfetta sconosciuta, la cameriera della tavola calda in cui sta pranzando, di sposarla, sulla sua strada si piazza Katie.
E il destino vuole che Katie pure vuole vivere una nuova vita dopo aver praticamente rifiutato la proposta del fidanzato, quindi accetta.

Ecco che i due, dopo nemmeno essersi presentati, devono fare la conosceza delle rispettive famiglie; organizzare una convivenza e preparare una cerimonia ufficiale.
(Ve l'avevo detto che anche questa lettura sarebbe stata inutile, no?!)

Il tutto, già di per sé surreale e incredibile, è condito dalle mirabolanti avventure che vivono la famiglia di Katie (il cui papà evade dal carcere pur di accompagnarla all'altare; la cui mamma è tanto indecisa sull'amore quanto la figlia e il cui patrigno è un personaggio talmente marginale da apparire sullo schermo in rari momenti); i suoi amici (circensi prestati alla tavola calda) e i genitori di Anderson.


La sceneggiatura affossa ancora di più questo soggetto banalmente incredibile (e incredibilmente banale, al contempo!), e anche le scelte di regia non servono certo a migliorare la situazione.

La colpa del flop se la prendono pure gli attori, che non fanno nulla per rimanere nella memoria dello spettatore, che già sa come tutto andrà a finire e non si gode nemmeno lo spettacolo della recitazione, seppur fine a se stesso.
Un vero peccato.
Non buttate i vostri novanta minuti!
G.

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