domenica 22 gennaio 2017

Collateral Beauty


Amore, Tempo, Morte.
Sono questi i tre elementi che caratterizzano tutte le nostre vite, come ci insegna Howard Inlet (W. Smith), brillante dirigente pubblicitario, prima che una tragedia devasti la sua esistenza.
Howard, infatti, dopo la perdita della figlia non riesce più a mettere insieme i pezzi della sua vita: non ha voglia di parlare, non ha voglia di mangiare, non ha voglia di cedere la società.
I suoi colleghi e soci (il trio K. Winslet- E. Norton- M. Peña) sono così, dopo vari tentativi, costretti ad assumere un'investigatrice privata che dimostri l'incapacità del loro "capo" nel prendere decisioni.
Ma l'investigatrice non è sufficiente, e per dimostrare lo stato di follia in cui riversa Howard, i tre colleghi riescono a coinvolgere un gruppo di attori amatoriali (K. Knightley-H. Mirren-J. Latimore) convincendoli a prendere parte a un piano del tutto surreale.

Il film ci insegna a a guardare tutto da un'altra prospettiva: nulla è completamente buono e nulla è completamente cattivo, se si conoscono le motivazioni di determinate azioni.

Di sicuro, oltre alla trama, ricca di simbolismo e volta alla commozione dello spettatore, che si sentirà coinvolto nelle vicende dei singoli protagonisti, riuscendo a empatizzare con quasi tutti, colpisce la regia di questo film, realizzata da David Frankel, per la prima volta alle prese con un film totalmente drammatico.


Splendida poi la sceneggiatura, firmata da Allan Loeb, e la fotografia realizzata da Maryse Alberti: questi due elementi, uniti alla colonna sonora, riescono nell'intento trascinante del pubblico, che si ritroverà più volte con gli occhi lucidi.


G.

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