lunedì 25 aprile 2016

Veloce come il vento

Tratto da una storia vera, "Veloce come il vento" racconta la turbolenta storia tra Loris (S. Accorsi) e sua sorella Giulia (M. De Angelis) che si rincontrano, in occasione della morte del padre, dopo dieci anni.
Con l'occasione, Loris, un tossicodipendente che poco piace alla sorella sportiva e molto autonoma, conosce anche il terzo fratellino, Nico (G. Pugnaghi).
La storia dei tre non è facilissima: oltre ad aver perso il padre, non frequentano la mamma, che, da anni torna e poi riparte.
In più Giulia, stella promettente dell'automobilismo, sembra essere costretta ad abbandonare i motori, avendo il padre chiesto dei prestiti per permetterle di continuare le gare, e avendo così lasciato i figli ad un passo dal lastrico.
Nonostante gli inizi difficili tra i due, Giulia capisce bene che l'unico in grado di aiutarla sarà proprio Loris, e decide di farsi aiutare, assumendolo.

La recitazione di Matilda de Angelis, vista l'età, è davvero sconvolgente. Una ragazza perfetta, nella sua determinazione, nel suo sofferto coraggio di non arrendersi.
Stefano Accorsi è una conferma: probabilmente aiutato dall'accento bolognese che gli è proprio, convince gli spettatori come  il suo solito.
Abbastanza piacevole pure la sceneggiatura, scritta a più mani (Gravino-Manieri-Rovere), che non annoia se non nei momenti più espressamente tecnici, forse troppo lunghi.
Bella invece la regia, dello stesso Rovere.

Un dramma intenso, efficace, ma probabilmente sopravvalutato dalla critica.
G.

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