lunedì 7 settembre 2015

Home Sweet Hell

Purtroppo un altro film noioso che lascia con tante perplessità.
K. Heigl è Mona, una donna affetta da un disturbo compulsivo-ossessivo, maniaca dell'ordine e del rigore. E' perfetta nella gestione della casa, dei figli, del giardino. Pianifica il momento e la durata dei rapporti sessuali col marito Don (P. Wilson) e tiene un libro degli scopi da raggiungere.
Don vende poltrone e oggetti di arredamento,e conduce una vita piatta, costretto a subire le paranoie della moglie.
Ma nella vita di Don arriva una nuova impiegata, Dusty (J. Brewster), con la quale inizierà una storia di sesso.
Dovendo confessare il tradimento alla moglie, essendo Dusty rimasta incinta, Mona, più interessata alle apparenze che ai sentimenti, lo costringe ad ucciderla perchè nessuno sappia nulla della scappatella.
Ma in realtà della nuova impiegata si sa ben poco...e se anche lei avesse un piano per incastrare i due coniugi?



Il film è lento. Parecchie scene non fanno altro che "allungare il brodo", essendo ripetitive o comunque inutili allo svolgimento della trama.
Anche la sceneggiatura non è delle migliori, a tratti teatrale e molto costruita.
Però dei lati positivi ci sono, questo è innegabile.
Innanzitutto la regia, del giovane A. Burns, alla prima esperienza con un lungometraggio, è piuttosto buona, vista e considerata la sua inesperienza, soprattutto.
Bellissima la fotografia, e nell'insieme, il film è piacevole alla vista: costumi, trucchi, abiti, arredamenti delle case...
La recitazione è perfetta: anche solo con gli sguardi i vari attori dimostrano di essere perfettamente calati nei loro ruoli, e, più di tutti, è bello notare come K. Heigl sia perfetta anche fuori dai soliti ruoli convenzionali a cui ci ha abituati:  single incallita, bionda in carriera, innamorata delusa...e sappia anche vestire i panni di un personaggio davvero spietato.
G.

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