sabato 26 settembre 2015

Inside Out

Finalmente ho visto quello che sembra essere film d'animazione più amato dell'anno, quello di cui si sta parlando in questi giorni e che sta accendendo discussioni non solo tra gli amanti del cinema, ma anche tra gli esperti di psicologia.
Inside Out è l'ultima creazione di casa Pixar, distribuito dalla Disney.
Ma è davvero questo gran capolavoro di cui tutti sono innamorati?
Sì e No.
Partiamo dalla trama: Riley, undicenne, dopo una gioiosa infanzia in Minnesota deve trasferirsi con la famiglia a San Francisco, perdendo così amici, la squadra di hockey in cui giocava e tutte quelle abitudini che aveva da bambina.

La vita di Riley viene raccontata attraverso le sue cinque emozioni, cinque esserini che vivono nel Quartier Generale del suo cervello e parimenti in quello di ognuno di noi:Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura.
Dal Quartiere i cinque veri protagonisti guidano la vita di Riley.
A fine giornata, tutte le emozioni e sensazioni provate da Riley, racchiuse in biglie colorate, vengono trasferite dal Quartiere alla Memoria.
Oltre a questi due luoghi esistono delle fondamentali Isole della Personalità, che rendono la persona unica e speciale.
Compito di Gioia, Rabbia, Tristezza, Disgusto e Paura è proteggere Riley, fare in modo che le isole non smettano di funzionare e che Riley collezioni solo ricordi positivi.

Tra le cinque emozioni, la prima che ci viene presentata è Gioia, che è certamente la leader del gruppo.
Caccia via i brutti pensieri, le ansie, le paure e cerca sempre di riportare luce nella vita della bambina, che in effetti sembra essere serena ed ottimista.
Ma Tristezza col suo tocco inizia a contaminare i ricordi di Riley, ed è allora che iniziano i veri problemi.
Gioia non vuole che Riley collezioni Ricordi Base di colore blu, tristi, e nel tentativo che questo non avvenga viene risucchiata assieme a Tristezza nel luogo della Memoria.
Le due, lontane dal Quartier Generale, cercando di tornare al punto di partenza, visitano Immagilandia, dove risiedono i sogni ad occhi aperti di Riley, il luogo dell'astrazione, in cui vivono i concetti non concreti della nostra mente,incontrano dei simpatici esseri che risucchiano i ricordi inutili, eliminandoli, conoscono il modo in cui funzionano i sogni notturni, arrivano addirittura al suo subconscio, dove risiedono le più grandi paure di ognuno di noi.
Insomma uno splendido percorso per capire come funzionano i nostri pensieri e come le emozioni interagiscono fra loro e si completano a vicenda.
Nel frattempo Riley è in balia di Rabbia, Paura e Disgusto e si comporta come una bambina adolescente qualunque: risponde male ai genitori, litiga con la migliore amica, ormai lontana, abbandona l'amato hockey.
Addirittura progetta di scappare di casa e tornare nella città in cui è cresciuta.
Ovviamente il finale è scontato: Non può prevalere una delle cinque emozioni sulle altre, è inutile mettere Tristezza in un angolo, perché anche lei è fondamentale per l'individuo.
Il messaggio è, stranamente, positivo.
 La felicità non si può pretendere, e Gioia impara la lezione.

Il metodo narrativo e la voglia di analizzare la mente umana in un cartone e in maniera così semplice e lineare è certamente una grande novità, ed è resa in maniera davvero eccellente.
Ma nel film ci sono delle incongruenze.
Una su tutte è che le cinque emozioni, a loro volta, provano emozioni. Sono tutte felici se Riley è felice, spaventate di fronte alle paure della bambina e così via.
In più, quando "entriamo" nella testa dei genitori di Riley vediamo che le loro emozioni sono esattamente la copia degli umani che le posseggono. Le emozioni della mamma sono donne con occhiali e capelli castani, quelle del papà uomini con i suoi stessi baffi.
Cosa assolutamente diversa in Riley, in cui nessuna emozione somiglia alla bambina.
Inoltre sembra che tutte le emozioni vogliano solo la felicità della bambina, che nessuna cerchi di prevalere sulle altre (Gioia esclusa), il che è un po' un controsenso.

In alcuni momenti poi il film scorre in maniera eccessivamente lenta, ad esempio quando Gioia decide di lasciare Tristezza lontana dal Quartier Generale per fare in modo che Riley sia solo felice.
Anche i dialoghi, in certi punti lasciano un po' a desiderare.
Per quanto riguarda i disegni, certamente la Pixar sa come lavorare...ma ho visto film di animazione fatti molto meglio.

Geniali però i riferimenti agli altri film: Come esempio, la frase "Pensa positivo!" è una chiara citazione di Nemo,in cui la stessa frase è usata da Dory e gli incubi di Riley sono popolati dai personaggi di Ratatouille.

Insomma non il film da dieci di cui tutti parlano, ma sicuramente un bel viaggio nella nostra mente...e un bel modo originale per immaginare  come funziona la nostra testa!

Nessun commento:

Posta un commento