martedì 21 luglio 2015

Noi e la Giulia

Commedia rivelazione dell’anno, Noi e la Giulia, sta portando a casa un sacco di premi. Meritatissimi.
Ecco, innanzitutto, partiamo dalla definizione di commedia: Questo film rientra a pieno titolo nella categoria,  essendo caratterizzata da un linguaggio e da vicende verosimili, che non cadono nel banale e nel “già visto”.
La comicità del film risiede esclusivamente nella situazione, creata per far sorridere, ma anche per far riflettere.
Se vi aspettate battute da cinepanettone, scene di equivoci o doppi sensi, nudi qua e là… risparmiate i soldi del biglietto.
Se invece avete bisogno di una ventata di aria fresca, se volete rivalutare il cinema italiano (che ci manca tanto!), se volete godere di ottime interpretazioni…  allora correte al cinema.
Protagonisti del film sono degli sfigati –falliti, dicono loro- : Fausto (E. Leo), venditore di orologi-patacche;  Diego (L. Argentero) insoddisfatto venditore d’automobili; Claudio (S. Fresi) che in breve ha fatto fallire lo storico alimentari di famiglia.
 I tre, appena dopo essersi conosciuti, per risollevarsi dalle delusioni lavorative e familiari, decidono di aprire un agriturismo in società.
 A loro si aggiungeranno Sergio (un inedito C. Amendola), legato alle vecchie ideologie comuniste e la sbadata e, -come è stata definita dagli sceneggiatori- “danneggiata” Elisa (magistrale A. Foglietta).
I preparativi per l’apertura del locale di questa allegra e disomogenea compagnia verranno interrotti dall’arrivo della camorra, in primis di Vito (C. Buccirosso) a bordo della sua splendida Giulia 1300 verde –da cui il titolo-. Da questo momento una serie di eventi creerà le basi per un confronto tra vittima e carnefice. Cosa succede quando ci si ribella a qualcosa di così grande?
Non è la prima volta che in Italia le mafie vengono prese in giro sul grande schermo (basta pensare a “La mafia uccide solo d’estate”, esordio alla regia di Pif).
Abbiamo forse bisogno proprio di questo: affossare uno dei grandi problemi d’ Italia con una risata. Dimostrare che non è necessario essere dei supereroi per vincere nel quotidiano la bruttura che ci circonda. Lo dice anche Elisa nel film: le cose belle salveranno il mondo. E lo faranno non solo per i quarantenni di oggi, ma anche per la generazione futura.
Nel film appare chiara la condanna al bene e al male assoluti: Sospendiamo il nostro giudizio. Non c’è il totalmente buono o il totalmente cattivo. C’è però la possibilità di cambiare, di credere in una seconda possibilità.
Questa assenza di giusto e sbagliato si riflette anche nella satira politica che viene fatta nei confronti dei personaggi più schierati, chi da una parte chi dall’altra, Fausto e Sergio.
Splendido il lavoro dei costumisti: look e abbigliamento dei personaggi riflettono a pieno il loro modo d’essere: basta pensare alla carrellata di magliette di Claudio Amendola, inni contro il nucleare,  propaganda  NO TAV, incitazioni alla rivoluzione.
Ma anche allo slogan “L’Italia agli itagliani” che campeggia sulla t-shirt di Edoardo Leo è indicativa delle scelte ideologiche del protagonista.
Assolutamente da premiare la regia. Questo è il terzo lavoro di Leo, che supera se stesso. Il film, girato in sequenza, ha di sicuro influenzato positivamente l’alchimia tra i vari interpreti, alchimia che lo spettatore percepisce e di cui gode.
Ultima, ma non per importanza, la sceneggiatura. Bonini e Leo, che collaborano da anni, scelgono il mistilinguismo per il loro film. Scelta azzeccatissima, utile anch’essa per la caratterizzazione dei personaggi.
Difficile misurare i ruoli dei vari protagonisti all’interno di un film corale: si rischia di far emergere uno sugli altri. Ma il grande lavoro di scrittura non ci fa dimenticare di nessuno. Le battute sono ben calibrate e possiamo identificarci in ognuno dei “tipi” che ci vengono presentati.
Non sveliamo nulla sul finale, lo spettatore potrà farsi un’idea da sé.
Davvero un gran film, che piace a tutte le generazioni. Un film che fa bene a chi ha smesso di crederci e a chi non si arrende, nonostante tutto. Assolutamente consigliato.
Noi e la Giulia è ancora in programmazione in alcune sale italiane. Non lasciatevelo sfuggire!

G.

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