lunedì 27 luglio 2015

Noi Siamo Infinito

Noi siamo infinito è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro scritto da Stephen Chbosky che è anche il regista. Dal titolo originale The perks of being a wallflower (tradotto letteralmente: i vantaggi dell’essere timidi) si comprende già di cosa tratta il film.



Nella Pittsburgh dei primi anni 90, Charlie (Logan Lerman) è il protagonista della storia che sta per iniziare il primo anno del liceo. È un ragazzo molto timido la cui vita è stata segnata dalla morte della zia Helen (Melanie Lynskey) e quella del suo unico amico che si è suicidato. Comincia così a scrivere delle lettere ad un amico confidandogli tutte le sue emozioni. La sua vita cambia, e con lei anche lo stesso Charlie, quando incontra Patrick (Ezra Miller) e Sam (Emma Watson), due fratellastri all’ultimo anno di scuola con la passione per l’arte, soprattutto la musica, non per altro la colonna sonora del film è eccezionale e molto importante dai The Smiths ai Beatles a David Bowie; la canzone Heroes di quest’ultimo fa anche da collante tra i tre ragazzi ed è la rappresentazione dei sentimenti, delle sensazioni che si provano quando si è adolescenti; è anche una specie di momento liberatorio quando, alla fine, i tre si ritrovano insieme ad attraversare di nuovo il tunnel con una consapevolezza diversa dalla prima volta, soprattutto per Charlie perché ha superato la cosa che più lo tormentava, quel terribile segreto che si portava dentro ma che aveva cancellato dalla sua memoria, e riesce finalmente a sentirsi forte insieme alle persone che ama.

 "E in questo momento, te lo giuro, noi siamo infinito". Charlie


La cosa che più mi ha stupito è l’ottima interpretazione di Emma Watson che, con questo film, si cimenta in qualcosa di molto diverso dall’essere l’Hermione di Harry Potter e dimostra di essere un’attrice molto versatile. Tutto il cast è per lo più composto da giovani attori e questo fa capire ancora di più che è rivolto ad un pubblico di una certa fascia di età, anche se lo consiglierei anche ad un pubblico adulto perché comunque ti fa immergere nella vita di questi ragazzi e in qualche modo ti fa rispecchiare in loro e ti fa rivivere quelle emozioni del periodo adolescenziale fatto di gioie, dolori e di prime volte… 

F.

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